Il cielo come musa ispiratrice. Gino Sarfatti osservava spesso la luna piena, astro della notte, immaginando di riprodurne la forma e la luce per portarle poi all’interno delle case, dei luoghi di lavoro. Come una magia. Nel 1939 fondò Arteluce, che diresse fino al 1973 ma quel sogno continuava a ossessionarlo. La perfezione di quella qualità di illuminazione, unita alla perfezione di una figura geometrica come la sfera dovevano per forza concretizzarsi in un progetto reale, da condividere. E fu così che un giorno prese una lampada di vetro opalescente a forma di sfera, molto comune negli anni ’50 sia nelle abitazioni private sia negli uffici, e la trasformò in un sistema di illuminazione. La sua alchimia luminosa, composta a volte da diversi globi, riuscì perfettamente e la realtà si sovrappose all’immaginazione, trasmettendo poesia ed emozione.
Non solo lampade, non solo luce, quindi. Forse Gino Sarfatti avrebbe voluto che Le Sfere rimanessero, come per incanto, sospese nell’aria, leggere e fluttuanti, ma poiché questo non era possibile, ideò un “abbraccio” simbolico di metallo per trattenerle, per proteggerle, riuscendo così a nascondere i cavi. Flos with Sarfatti, in collaborazione con Astep, fa rivivere ora queste icone dell’illuminazione contemporanea rimettendole in produzione. Esposte a Palazzo Litta durante il Fuorisalone, hanno dimostrato tutta la loro straordinaria atemporalità. E non è certo un caso che l’azienda danese Astep sia stata fondata nel 2014 proprio da Alessandro Sarfatti che, come il nonno Gino e il padre Riccardo, ha seguito quella irresistibile, affascinante scia di luce.
Flos with Sarfatti Collection – Astep – www.astep.design